"La Regione Toscana - si legge ancora nell’appello su Internet - ci ha detto che possiamo rimanere a curare gli animali ma con quali soldi diamo da mangiare a 14.000 tartarughe e a cento cicogne? Non abbiamo mai ricevuto contributi pubblici e siamo autosufficienti solo grazie agli sponsor, agli ingressi dei visitatori e alle visite guidate organizzate". Da quando la struttura è stata sequestrata nessuno può più accedere al centro Carapax se non gli operatori del centro stesso.
La vertenza sul Carapax tra i gestori e la Regione Toscana va avanti da anni. Una nota della giunta regionale riassume la questione: "Regione e Comunità Montana intendono tutelare gli animali ospiti della struttura compresi gli animali rari e pericolosi. Essi non riceveranno alcun disagio e non saranno loro a doversi allontanare dopo il provvedimento giudiziario bensì i responsabili del centro stesso".
Il contenzioso legale ha visto per anni su fronti opposti la fondazione belga che finora ha gestito il Carapax e gli enti locali, in particolare la Comunità Montana che torna a gestire il centro, a causa di una serie di inadempienze. Alla fine è scattato il provvedimento di sequesto dei terreni e degli immobili di questo importante centro naturalistico specializzato nell’accoglienza delle tartarughe.
3 commenti:
ho visitato il centro CARAPAX ,gestito con competenza e passione da operatori e volontari,una bella realtà da tutelare ,raccogliamo altre firme per chiederne il dissequestro e permettere l ingresso ai visitatori:senza questi introiti è destinato a chiudere ,e gli animali ospiti???
È importante salvare il centro ma molto di più le tartarughe. Com'è la situazione reale oggi? Ieri il Corriere ha scritto un'articolo ma piccolo forse pochissime persone lo hanno notato. È importante riprendere in mano il problema. Anni fa il centro funzionava bene. Lucia Perini
Ricordo di esserci stata alcuni anni fa, è un centro bellissimo e unico nel suo genere in queste zone... ero piccola e mi emozionò molto, è un peccato che un centro del genere sia stato chiuso, a maggior ragione perché non si sa che fine faranno gli animali che vi si trovano.
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