mercoledì 28 gennaio 2009

LA TARTARUGA GIGANTE DEL MEKONG

LIVORNO. La tartaruga gigante dal guscio molle di Cantor (Pelochelys cantorii) che si riteneva estinta in Cambogia dal 2003 è stata ritrovata in un tratto del fiume Mekong non ancora fortemente interessata dalle attività antropiche. L´area fluviale praticamente incontaminata, conosciuta come "Central Section", comprende lussureggianti foreste fluviali, vie navigabili e arcipelaghi di isole e gli scienziati ritengono che sia uno degli ultimi habitat adatti per la sopravvivenza del delfino Irrawaddy a rischio di estinzione.

Le ricerche, condotte nel 2006 e 2007 dal Wwf Cambogia insieme all´Amministrazione per la pesca, all´Amministrazione forestale ed al ministero delle politiche agricole, forestali e della pesca della Cambogia, hanno rivelato un vero e proprio santuario della biodiversità, con la scoperta di 24 nuove specie per la regione, una delle quali prima sconosciuta: una "pianta cadavere" che emette un forte odore di carne in decomposizione.

Il tratto di 555 chilometri di fiume nel nord-est della Cambogia ospita alcune delle popolazioni faunistiche più minacciate dell´Asia con 36 specie inserite nella Lista rossa dell´Iucn come in pericolo di estinzione. Richard Zanré, a capo del programma acqua dolce del Wwf, spiega il perché la "central section" sia rimasta intatta: «A differenza di molti altri importanti tratti del Mekong in Cambogia, Laos, Thailandia e Vietnam, questa particolare parte del fiume è rimasta relativamente intatta dalle attività umane. Questa regione è stata utilizzata come una delle loro ultime roccaforti dai Khmer rossi ed è stata off-limits per gli enti locali e le agenzie straniere fino al 1998».

Ma quello che avevano salvato i feroci guerriglieri che avevano dato vita ad un governo genocida spazzato via dall´invasione vietnamita della Cambogia, ora è a rischio per la pace: l´immigrazione nell´area sta aumentando e interessa ormai anche le aree che prima erano off-limits per ragioni di sicurezza.
Caccia di frodo e pesca pirata sono, insieme all´espansione agricola, i pericoli maggiori e le comunità locali segnalano che negli ultimi dieci anni sono calate fortemente le catture di pesci, tartarughe, grandi mammiferi e lucertole.

Però, la minaccia più grande per i delicati equilibri ambientali dell´area potrebbe venire dal previsto sviluppo infrastrutturale, come la costruzione di due dighe e di due di strade che dovrebbero essere realizzate nelle vicinanze della "central section".

«Come in molti paesi in via di sviluppo, la Cambogia deve trovare un equilibrio fra le esigenze di una popolazione in crescita e la conservazione. Fortunatamente, il governo è sensibile a queste preoccupazioni – dice Seng Teak, direttore del WWF Cambodge - Il governo reale della Cambogia riconosce l´importanza di mantenere delle risorse del Mekong,per la biodiversità, la sicurezza alimentare nazionale e lo sviluppo, e di tener conto di queste esigenze negli obiettivi del National biodiversity strategy and action plan del 2002 e negli obiettivi di sviluppo del Millennio della Cambogia. Documentare le risorse naturali e la biodiversità del Mekong è il primo passo per preservarle».

Dopo il lavoro di ricerca il Wwf sta cercando di ottenere che la "Central Section" venga designata come sito a gestione speciale, assicurando così che la vita animale e vegetale siano integrate nella strategia per la biodiversità della Cambogia e che abbiano un´adeguata protezione. Il Wwf chiede che l´area venga divisa in due zone: una di protezione e l´altra ad uso multiplo, che garantisca i mezzi di sussistenza delle comunità locali.

Il Mekong è un fiume in grave crisi ecologica, ma riesce a riservare sorprese: dopo la fine delle guerre indocinesi e dell´interminabile guerra civile cambogiana, tra il 1997 ed il 2007 lungo il corso del fiume sono state scoperte più di mille "nuove" specie, l´ultimo studio del Wwf dimostra il valore della salvaguardia ambientale della regione e fornisce un importante contributo alla mappatura della biodiversità della Cambogia, indispensabile per avviare una gestione efficace dell´ambiente e dell´economia del poverissimo Paese.

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