lunedì 1 settembre 2008

DICIAMO NO ALLA PESCA ILLEGALE


In pochi anni un’intensa attività di pesca, in parte illegale, inquinamento e degrado dell’ambiente marino hanno portato ad un drastico impoverimento della vita del mare.

Nel Mediterraneo la situazione è allarmante: molte specie, come cetacei, il tonno rosso o il pesce spada, rischiano di scomparire per sempre. Tante altre sono vittime di metodi di pesca non selettivi come le decine di migliaia le tartarughe che, ogni anno, vengono catturate per sbaglio. La pesca illegale continua ininterrottamente a danneggiare, oltre all’ambiente, anche i pescatori che utilizzano legalmente le risorse ittiche. Solo nel 2007 la Guardia Costiera ha sequestrato 700km di reti spadare usata illegalmente nelle acque italiane: una distanza maggiore di quella tra Roma e Torino. Questa piaga ha causato una grave crisi del mercato ittico e ora a peggiorare la situazione per i pescatori "legali" si aggiunge il caro gasolio.
Firma anche tu per dire no alla pesca illegale: chiedi al Ministero delle politiche agricole e forestali un Regolamento per garantire che tutti i prodotti di pesca importati nell'UE, freschi, congelati o trasformati, provengano da attività lecite e sostenibili.
Il WWF agisce su diversi fronti per salvare il pianeta blu e per continuare le nostre azioni abbiamo bisogno proprio di te.
Si stima che in Italia più di 8000 tartarughe vengano catturate ogni anno con le reti a strascico e tra le 3000 e le 6000 o più con il palangrese derivante (lunghe lenze con migliaia di ami ed esche).Uno dei progetti sul campo più impegnativi è la gestione di diversi Centri di Recupero per tartarughe marine in tutta Italia: sono dei veri e propri ospedali che curano tartarughe in difficoltà, aiutaci a curarle.

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