BUON APPETITO TARTARUGHE

Tre testuggini della specie "Testudo hermanni hermanni", tipica dell’Italia meridionale, nello specifico discendenti da esemplari selvatici della fauna autoctona salentina, si avventano sul cibo offerto loro, fresche foglie di verdura e brillanti e polposi frutti di albicocca, appena ripuliti dalla buccia; frutti succosi che con il loro smagliante colore hanno attratto la famelica attenzione delle tre “cilone”, (“cilona” è il nome dialettale salentino della tartaruga, legato al suo nome in greco, “chelone”). Si tratta di tartarughe di terra, il cui colore genera quasi una mimetica soluzione di continuità con il grigio suolo terroso. Lo scatto cattura nel ristrettissimo spazio inquadrato, all’interno di un giardino, suggestioni di ere geologiche passate, quando giganti rettili dominavano la Terra ed avevano il possesso indiscusso delle sue risorse! La “Testudo hermanni hermanni”, una sottospecie della Testuggine di Hermann (“Testudo hermanni”), era diffusa un tempo ben più di oggi, nel territorio salentino, come in tutta la Puglia e nella vicina Basilicata. Sin da tempi antichissimi, nelle case salentine vengono allevate nei giardini, queste bellissime tartarughe; popolazioni domestiche, integrate di tanto in tanto con esemplari ritrovati in natura, che vivono e si riproducono grazie anche alle cure delle massaie salentine, che danno loro cibo da mangiare, scarti di frutta e verdura, e che scambiano o si prestano vicendevolmente esemplari maschi e femmine, per favorire la riproduzione e la nascita di nuove sane tartarughine; alcuni di questi vengono regalati ai bambini di altre famiglie, facendone la loro gioia; quasi un graditissimo dono propiziatore di longevità, data la proverbiale età vetusta che le tartarughe possono raggiungere; in questo modo viene favorita indirettamente anche la diffusione della specie.

fonte: Focus.it